VICENZA JAZZ – Gli eventi di sabato all’Olimpico e al Borsa
Sabato 19 maggio sarà la penultima giornata dell’edizione 2018 del festival New Conversations – Vicenza Jazz ma già c’è aria di gran finale, con un doppio concerto al Teatro Olimpico (alle ore 21) incentrato su grandi proposte pianistiche. Il giovane armeno Tigran Hamasyan aprirà la serata in piano solo, lasciando poi la scena al prezioso duo con il pianista Randy Weston e il sassofonista Billy Harper. Vera leggenda del jazz, il novantaduenne Weston sarà in Italia in esclusiva per Vicenza Jazz.
Aria festiva anche al Jazz Café Trivellato – Bar Borsa, dove dalle ore 22 si ascolterà il sassofonista Mauro Negri, ospite speciale del trio del pianista Andrea Pozza (con Lorenzo Conte al contrabbasso e Anthony Pinciotti alla batteria).
Un appuntamento musicale inconsueto coronerà il programma giornaliero: a mezzanotte nel Foyer del Teatro Comunale si ascolterà la norvegese Trondheim Jazz Orchestra.
Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2018 è organizzato dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Crescita e dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz e in collaborazione con il Bar Borsa.
In esclusiva per Vicenza Jazz, un’occasione unica per ascoltare due titani del jazz.
Il novantaduenne Randy Weston (è nato nel 1926 a New York) è uno dei più importanti nomi storici del jazz ancora in attività. Fautore di uno stile pianistico altamente percussivo, profondamente legato alle sue radici afro-caraibiche (è di origini giamaicane), Weston è anche un memorabile compositore: sono suoi temi come Hi-Fly e Little Niles.
Weston è cresciuto in un ambiente particolarmente stimolante: il padre, appassionato di cultura africana, lo indirizza verso il pianoforte; la madre lo introduce al gospel e allo spiritual. Cresciuto a Brooklyn, in gioventù frequenta abitualmente Max Roach, Cecil Payne e Duke Jordan; con Wynton Kelly aveva addirittura un rapporto di parentela (erano cugini). Fu poi particolarmente segnato dall’incontro con Thelonious Monk, che gli fece da ‘tutore’ in numerosi incontri domestici, e dalla profonda amicizia con Duke Ellington. Gli ingredienti per una solida formazione ci sono tutti.
Partito dal R&B, vira presto verso il bop, sotto l’egida di Payne e Kenny Dorham. Nel 1954 inizia a registrare come leader per la Riverside. La svolta afrocentrica della sua musica (particolarmente evidente in opere come Uhuru Africa e Highlife) viene sostenuta da numerosi viaggi in Africa (tra il 1968 e il 1973 visse stabilmente in Marocco). Gli anni Sessanta e Settanta furono ancora densi di attività, mentre gli anni Ottanta segnarono un momento di ripiegamento, prima di una nuova e improvvisa impennata della sua carriera, che dalla fine degli anni Ottanta a oggi non ha più conosciuto appannamenti.
Nel 2013 Randy Weston ha inciso The Roots of the Blues con Billy Harper: il loro primo duetto discografico, a coronamento di una lunga storia in comune. Weston e Harper si sono infatti incontrati nel 1971 a Tengeri, in occasione di un festival organizzato dallo stesso Weston. L’amicizia e la collaborazione, consolidatesi nel corso degli anni Settanta, non sono mai venute meno da allora.
Billy Harper, texano, classe 1973, conferma la potenza che solitamente si attribuisce ai Texas tenors. I Jazz Messengers di Art Blakey sono stati il suo trampolino di lancio (tra il 1968 e il 1970). Ha poi fatto parte dei gruppi di Elvin Jones e Max Roach e delle orchestre di Gil Evans e Thad Jones/Mel Lewis. In anni recenti lo si è apprezzato nel gruppo all stars The Cookers.
Gestualità, postura e, quel che più conta, espressività musicale sono à la Brad Mehldau: è davvero il caso di tenere gli occhi aperti su Tigran Hamasyan. Ma il pianista armeno (nato nel 1987) non è certo un emulo. Persegue invece una spiccata originalità: nella musica che esegue emerge prima di tutto l’elemento folklorico del suo paese. Ad arricchirne la tavolozza intervengono poi elementi jazzistici e, sporadicamente, rock.
Tigran ha collaborato con artisti come Dhafer Youssef, Ari Hoenig, Lars Danielsson e, recentemente, con Arve Henriksen, Eivind Aarset e Jan Bang (Atmosphères, su ECM). Ma già dai suoi primi passi ha puntato sull’attività da leader. Dopo aver vinto il concorso pianistico del Montreux Jazz Festival (2003), la Thelonious Monk International Jazz Piano Competition (2006) e svariati altri premi, ha dato il via alla sua produzione discografica con World Passion (2006). I dischi più recenti, grazie all’intervento di etichette come Verve, ECM, Nonesuch, lo hanno rapidamente imposto all’attenzione internazionale, permettendogli di conquistare i favori del pubblico e degli ‘addetti ai lavori’, se così possiamo chiamare due suoi celebri fan: Herbie Hancock e… Brad Mehldau.
An Ancient Observer (Nonesuch, 2017) è la più recente uscita discografica, in solo: un concentrato di esotismo, vortici narrativi, epopee folk.
La norvegese Trondheim Jazz Orchestra ha assunto l’attuale identità nel 1999, diventando poi uno dei più importanti e creativi ensemble jazz in Norvegia, anche grazie al coinvolgimento dei più affermati musicisti del paese scandinavo. Con il suo organico variabile a seconda del progetto da realizzare, l’orchestra si dedica principalmente all’esecuzione di opere musicali appositamente commissionate. Per alcune sue produzioni ha ospitato solisti d’eccezione, coi quali è stata in tour: Chick Corea, Pat Metheny, New York Voices, Joshua Redman…
Andrea Pozza, nato a Genova nel 1965, debuttò al Louisiana Jazz Club della sua città natale a soli 13 anni. Fu l’inizio di un’intensa attività concertistica che gli ha poi dato l’opportunità di confrontarsi con grandi musicisti del jazz internazionale. Pozza, che ha collaborato stabilmente con Enrico Rava, Gianni Basso, Bobby Durham…, è un jazzista puro, dal fraseggio impeccabile, dotato di grande swing, capace di armonizzazioni lussuose e piene di intarsi. È giustamente considerato uno dei migliori pianisti italiani per via del suo articolato fraseggio, che si nutre di uno spiccato senso ritmico, e anche grazie alla profonda conoscenza dell’evoluzione stilistica che il piano jazz ha avuto nella storia della musica afroamericana.
In occasione di Vicenza Jazz 2018 il trio di Andrea Pozza accoglierà come solista ospite Mauro Negri. Nato a Mantova nel 1966, città nella quale ha compiuto gli studi classici diplomandosi in clarinetto, è stato anche lui un enfant prodige. Oltre alla sua attività in veste di leader, vanta collaborazioni stabili con Aldo Romano, Henry Texier, Richard Galliano, Géraldine Laurent, Enrico Rava, Enrico Pieranunzi e anche Eros Ramazzotti ed Edoardo Bennato. Per più di due anni è stato il primo sax alto-clarinetto della Vienna Art Orchestra. Ma ha suonato dal vivo anche con Kenny Wheeler, Billy Cobham, Lee Konitz, Sal Nistico, Tony Scott, Steve Lacy, Paul Jeffrey, Jimmy Cobb, Gato Barbieri, Natalie Cole, Paolo Fresu, Tullio De Piscopo…
XXIII Edizione, 10-20 maggio 2018, “The Birth of Youth”
Concerti di sabato 19 maggio
Teatro Olimpico, ore 21
Tigran Hamasyan solo
Tigran Hamasyan (pianoforte)
Randy Weston & Billy Harper Duo
Randy Weston (pianoforte), Billy Harper (sax tenore)
Jazz Café Trivellato – Bar Borsa, ore 22
Mauro Negri meets Andrea Pozza Trio
Mauro Negri (sax tenore), Andrea Pozza (pianoforte),
Lorenzo Conte (contrabbasso), Anthony Pinciotti (batteria)
Foyer del Teatro Comunale, ore 24
Trondheim Jazz Orchestra
Sofia Jernberg (voce), Eirik Hegdal, Fredrik Ljungkvist, Espen Reinertsen (sax, clarinetto),
Eivind Lønning (tromba), Øyvind Brække (trombone), Ola Kvernberg (violino),
Øyvind Engen (violoncello), Daniel Formo (organo, synth), Oscar Grönberg (pianoforte),
Torstein Lofthus, Håkon Mjåset Johansen (batteria), Ole Morten Vågan (basso e composizione)