13 Aprile 2015 - 9.27

VICENZA – La denuncia: “Studenti bulli, genitori protettivi e insegnanti in trincea”

bullismo insegnanti

Il caso della scuola enologica ‘Cerletti’ di Conegliano riporta alla ribalta il problema del bullismo a scuola. Soprattutto del bullismo verso gli insegnanti, fenomeno quasi inconcepibile fino a qualche anno fa, quando il ‘maestro’ era considerato una vera e propria istituzione. A Conegliano gli alunni di un’intera classe sono stati puniti e dovranno fare volontariato in una casa di cura per anziani. La scelta dei lavori socialmente utili, al posto di quello che poteva essere un 6 in condotta, è stata presa dalla preside, d’intesa con i genitori, dopo che la classe si era resa responsabile di comportamenti offensivi con gli insegnanti, documentati da un video diffuso via internet.
Secondo Renata Veronese, insegnante e segretario provincia della GILDA (sindacato degli insegnanti) di Vicenza, il problema è più diffuso di quanto sembra ed è sentito notevolmente dal corpo insegnanti in tutte le scuole. “Il bullismo nelle scuole -ci dice- c’è sempre stato. Ma è evidente che si è accentuato negli ultimi anni e che i cordoni sanitari che una volta esistevano per limitarlo sono resi quasi inoffensivi.
Il problema del rispetto degli insegnanti è tendenzialmente più sentito negli istituti professionali, ma riguarda più o meno tutte le scuole. E’ indubbio che una grave responsabilità ce l’abbiano i genitori e i modelli educativi di questi ragazzi. Siamo di fronte ad un diffuso iper-protettivismo dei genitori nei confronti dei figli e non aiuta in questo l’idea errata che si v diffondendo in base alla quale il corpo insegnanti sia tendenzialmente composto da una marea di fannulloni. Di fronte ad episodi di bullismo o a qualsiasi questione che riguarda gli studenti i genitori sono difensivisti nei confronti dei figli. Da un lato vi è la famiglia che se ne frega dei ragazzi e del loro percorso scolastico per cui i figli si autogestiscono, sono come schegge impazzite. Dall’altro, i genitori sono invasivi ed iper-protettivi. Il primo a essere messo in discussione è quasi sempre l’insegnante ed in questo i dirigenti scolastici hanno spesso una grave responsabilità. Sono sempre più intimoriti dalle proteste dei genitori, dai ricorsi e dalle conseguenze legali o mediatiche di ogni loro azione. Di fronte a problemi di bullismo o a questioni che riguardano il rapporto insegnante-studente i primi a essere messi sotto processo sono gli insegnanti. Sbagliano quando lasciano correre e sbagliano quando si dimostrano più severi. Se devo dirla tutta -continua Renata Veronese- tornerei a insegnare, ma lo farei in un orfanotrofio perché spesso con i ragazzi presi singolarmente si risolvono più facilmente i problemi. Infine posso dire -conclude la segretaria provinciale della GILDA- che il problema riguarda sia i genitori degli studenti delle superiori, che hanno una fascia d’età generalmente compresa fra i 40 ed i 50 anni sia i genitori 30 enni dei bambini delle primarie. Le insegnanti delle primarie subiscono un continuo assalto. Devono stare attente ad alzare la voce, a dire ‘no’, ad avere un tono sostenuto”.

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