VICENZA – Le Acli: “Consumo del suolo incompatibile con condoni edilizi e cementificazione”
“Ogni giorno cediamo alla cementificazione ben 15 ettari di terra al giorno. Una situazione preoccupante ed insostenibile, che ci pone di fronte ad un bivio: o continuiamo di questo passo, mettendo a repentaglio la nostra sopravvivenza e quella degli altri esseri viventi che fanno parte dell’ecosistema, compreso l’uomo, oppure decidiamo di modificare il nostro stile di vita, che appare l’unica soluzione per garantire la sopravvivenza a questo mondo”. Con queste parole il presidente provinciale delle Acli di Vicenza, Carlo Cavedon, interviene dopo i recenti disastri che hanno colpito anche il Vicentino, in particolare l’area montana, con la distruzione di migliaia di alberi.
La recente pubblicazione dell’edizione 2018 del rapporto annuale dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, offre lo spunto alle Acli di Vicenza per intervenire sul tema che, negli anni, è stato oggetto di approfondimenti sul territorio, anche con relazioni di autorevoli esperti, quali il meteorologo Luca Mercalli.
“I dati dell’Ispra non possono che allarmarci – sottolinea il presidente Cavedon – infatti il consumo di suolo registrato in Italia nell’ultimo anno è cresciuto con una media di circa 15 ettari al giorno. In termini assoluti nel 2017 sono stati consumati 52 kmq ed il rallentamento registrato per la prima volta dieci anni fa è già di fatto superato”.
L’Europa, lo ricordiamo, ha richiamato gli Stati membri alla tutela del suolo ed ha chiesto di azzerarne il consumo entro il 2050. In Italia l’artificializzazione del territorio è passata dal 2,7%, stimato negli anni ’50 dello scorso secolo, al 7,65% del 2017, con una crescita percentuale di più del 180% (in termini assoluti sono stati consumati 23.063 kmq di territorio).
Le aree più colpite sono le pianure del Nord. L’anno scorso 15 regioni hanno superato il 5% di consumo di suolo ed il valore più elevato spetta alla Lombardia (che arriva a sfiorare il 13%), seguita da Veneto (12,35%) e Campania (10,36%).
E ritornando sul maltempo, le Acli vicentine ritengono ci sia molto da lavorare. “Il maltempo che ha colpito anche il Vicentino, causando milioni di euro di danni, ci impone una seria riflessione sulla mancanza di cura per l’ambiente in cui viviamo. Al di là dei cambiamenti climatici, infatti – prosegue il presidente Cavedon – dobbiamo concentrarci su quello che è stato fatto negli ultimi 40 anni: una cementificazione selvaggia, spesso abusiva e poi condonata, che non ha tenuto conto dei vincoli ambientali del territorio. Per sanare questo dissesto idrogeologico servono politiche strutturali ed investimenti importanti ed è prioritaria la necessità di manutenzione del patrimonio ambientale, in particolare di fiumi e boschi, per far fronte ad eventi climatici che non hanno più il carattere della straordinarietà. Non abbiamo bisogno di altri condoni che sarebbero l’ennesima conferma, per chi commette un abuso, che prima o poi tutto sarà sanato”.