VICENZA – Nomadi: “Le ordinanze non risolvono la questione”
“Registriamo con rammarico – afferma un comunicato stampa del gruppo Vicenza Capoluogo – le affermazioni dell’ Assessore Rotondi sull’intenzione di procedere – una volta di più – con lo strumento delle ordinanze rispetto alla questione “nomadi” in Città. Come abbiamo più volte riferito al Sindaco e agli Assessori Sala e Rotondi, riteniamo che queste ordinanze siano di poca utilità per contrastare il degrado e il disagio denunciato dai cittadini rispetto alla presenza dei “nomadi” nei loro quartieri: in questo modo, semplicemente, viene spostato il problema. I fatti di questi mesi ci stanno dando, purtroppo, ragione. I “nomadi” si sono spostati di quartiere in quartiere portando degrado in più parti della nostra città. Se queste ordinanze hanno l’obiettivo di far comprendere a questi nuclei familiari che il Comune è in grado di applicare misure drastiche e rigide qualora vi siano resistenze anche forti rispetto alle regole di comune convivenza, allora questa soluzione non è sufficiente. La mano della fermezza è necessaria, ma da sola non può risolvere questi e altri problemi: i provvedimenti-tampone sono un modo sbrigativo per mascherare momentaneamente il problema che poi, come è accaduto per la prostituzione, tenderà a ripresentarsi. Ci preme sottolineare che è necessario attivare interventi in capo al Settore Sociale in quanto questi nuclei familiari sono costituiti da molti minori e da adolescenti o giovani che, presumibilmente tra qualche anno, diventeranno a loro volta genitori, aumentando quindi il fenomeno di estrema povertà, disagio e non inclusione, associato all’inevitabile presenza di nuovi minori in difficoltà. E qualora i nuclei familiari non risultino residenti a Vicenza, è necessario avviare un confronto costruttivo con i Comuni limitrofi al fine di congiuntamente pensare ad azioni di contrasto al degrado e anche e soprattutto di tutela nei confronto dei minori. Tutto ciò non vuol dire assimilazione, ma conoscenza e rispetto. Continuiamo, a pensare, inoltre, che la strada maestra debba essere quella del superamento dei Campi Nomadi, una tesi sostenuta e apparentemente voluta dalla nostra Amministrazione, che noi di Vicenza Capoluogo condividiamo fortemente, senza però aver mai visto passi concreti né nella relazione dell’Assessore Sala (da noi richiesta da mesi), né in qualche altro specifico progetto, se non per quelle persone che nei campi già ci vivono. Per chi è ancora in una situazione di nomadismo, coatto, servono step di stabilizzazione, con tempi e azioni certe. Nel mese di marzo abbiamo sottoposto al Sindaco e all’ Assessore Sala il programma ROMACT che fornisce alle amministrazioni locali le metodologie di lavoro e gli strumenti necessari per raggiungere effettivamente le comunità in cui vivono i cittadini più vulnerabili e per valutarne i bisogni. Il programma sottolinea anzitutto la necessità di favorire il rafforzamento delle capacità degli enti locali di predisporre e attuare piani e progetti per l’inclusione dei Rom; ha tra le sue finalità quella di assistere gli enti locali nella fase di preparazione e presentazione di candidature di qualità per la richiesta di finanziamenti da parte dell’ UE e dei fondi nazionali e di sostenere l’offerta di servizi pubblici inclusivi a livello locale. Siamo ancora in attesa di notizie, nonostante la recente domanda di attualità in merito. Crediamo, quindi, infine che i temi legati alla sicurezza non debbano mai essere disgiunti dall’inclusione sociale e dalla lotta alle povertà e alle marginalità, che non possiamo ignorare né risolvere semplicemente con metodi repressivi o allontanandole dagli occhi. Le pene, le sanzioni, le condanne, prendendo spunto dall’art. 27 della nostra Costituzione, non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione di chi le riceve. Al centro ci deve essere sempre la persona che è fondamento di ogni società”.