26 Febbraio 2018 - 15.52

VICENZA – Metropolitan, Royal Opera e Boshoi… direttamente in città

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Opera e balletto, con titoli importanti, sono i generi artistici protagonisti della programmazione del Cinema al Ridotto al Teatro Comunale di Vicenza nei prossimi giorni: 4 gli appuntamenti, splendide produzioni, un’occasione da non perdere per gli appassionati.

Il primo è in programma martedì 27 febbraio alle 19.45 una produzione cult trasmessa in diretta via satellite dalla Metropolitan Opera House di New York, “La Bohème” di Giacomo Puccini, nella versione classica ideata da Franco Zeffirelli, direttore d’orchestra Marco Armiliato, che ha diretto al Met oltre 400 spettacoli e ben 64 rappresentazioni della Bohème, libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.
L’opera celeberrima, vanta un cast di giovani star che vanno ad affiancare Sonya Yoncheva, che sarà la fragile Mimì, e l’acclamato tenore Michel Fabiano, nel ruolo del poeta Rodolfo; in scena Susanna Phillips nei panni di Musetta, Lucas Meachem in quelli di Marcello, Alexey Lavrov sarà Schaunard, mentre Matthew Rose interpreterà Colline e Paul Plishka nel duplice ruolo di Benoit/Alcindoro. La Bohème racconta la storia di un gruppo di amici e delle loro vite, trascorse in una fredda soffitta di un sobborgo di Parigi; mentre affrontano una quotidianità dura e piena di privazioni, restano splendidi i loro sogni artistici che incrociano il dolce e indimenticato amore della giovinezza. Con un romantico ritratto della Parigi bohémienne ottocentesca, lo stile di vita anticonvenzionale e alternativo dei giovani artisti dell’epoca, musiche memorabili e una storia d’amore indimenticabile perché tratta dalla vita quotidiana, La Bohème di Puccini ha conquistato il mondo, diventando una delle opere più amate dal pubblico e la più rappresentata nella storia del Metropolitan di New York. L’opera fu rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino nel 1896.

Secondo appuntamento al Cinema da segnalare, mercoledì 28 febbraio alle 20.15, il balletto “Racconto d’Inverno”, tratto dall’omonima tragicommedia di William Shakespeare, una produzione del Royal Ballet, coreografia di Christopher Wheeldon, musica di Joby Talbot, trasmesso in diretta via satellite dalla Royal Opera House di Londra. Il direttore d’orchestra sarà Alondra de la Parra, interpreti i ballerini e i solisti del Royal Ballet, accompagnati dall’Orchestra della Royal Opera House con Lauren Cuthbertson nel ruolo di Ermione ed Edward Watson in quello di Leonte.
Il “Racconto d’Inverno” di Wheeldon ha messo d’accordo critici e spettatori, che hanno accolto con entusiasmo questa storia originale e intensa, raccontata con raffinati passi di danza in quello che è ormai largamente considerato un classico del balletto moderno, una grande storia d’amore di William Shakespeare. La trama narra la distruzione di un matrimonio a causa di una divorante gelosia, l’abbandono di una figlia e un amore apparentemente senza speranza. Eppure, con il rimorso e il rimpianto, dopo un ritorno alla vita che sembra miracoloso, alla fine il perdono e la riconciliazione potranno forse trionfare. La produzione londinese, con scene e costumi di grande impatto creati da Bob Crowley e la suggestiva musica di Joby Talbot, fa di questo titolo un magistrale balletto narrativo moderno.

Ancora un balletto per il terzo appuntamento, in programma domenica 4 marzo alle 16.00 dal Teatro Bolshoi di Mosca, “Le fiamme di Parigi” coreografia di Alexei Ratmansky, musica di Boris Asafiev con il corpo di ballo, i solisti e i primi ballerini del Bolshoi di Mosca.

Il balletto in due atti (rappresentato per la prima volta al Teatro Kirov di San Pietroburgo nel 1932) fu portato in scena al Bolshoi fino agli anni ’60 e fu ricostruito da Ratmansky nel 2008. Rivive ora sul palco del Bolshoi e in diretta sul grande schermo con tutta l’esuberante energia ed il talento del corpo di ballo del Bolshoi. È un appuntamento imperdibile, un felice mix di musica, danza e rievocazione storica. Qui il coreografo Alexei Ratmansky, ex direttore artistico del Bolshoi, torna alle origini del balletto (un lavoro eroico popolare creato per il 15° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre) per far rivivere alcuni dei più stupefacenti “pas de deux”; la trama racconta di come, in piena Rivoluzione Francese, Jeanne e suo fratello Jérôme lasciano Marsiglia per andare a Parigi per unirsi alla causa rivoluzionaria che infiamma la capitale; mentre combattono per la libertà, entrambi incontrano l’amore. Con le musiche di Boris Asafiev, l’amore e la libertà fluiscono in un unico movimento liberatorio di danza, un balletto raffinato, energico ed esuberante.

Sarà invece con la lirica il quarto appuntamento, una intensa e innovativa “Carmen”, trasmessa in diretta live dalla Royal Opera di Londra martedì 6 marzo alle 19.45, musica di Georges Bizet, libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, in un originale adattamento del regista Barrie Kosky. Gli interpreti dell’opera in quatro atti sono il mezzosoprano Anna Goryachova nei panni di Carmen e il tenore Francesco Meli come Don José, la soprano Anett Fritsch, Micaëla e il basso-baritono Kostas Smoriginas nel ruolo di di Escamillo, con il Coro e l’Orchestra della Royal Opera House, direttore d’Orchestra Jakub Hrùša.
Con la sua inebriante combinazione di passione, sensualità e violenza, inizialmente l’opera non ebbe fortuna e nel 1875 la prima rappresentazione scatenò moltissime critiche. Bizet morì poco dopo, senza assistere allo straordinario successo che avrebbe raggiunto la sua “Carmen”. La nuova produzione di Barrie Kosky, creata per l’Opera di Francoforte lo scorso anno, affronta quest’opera così popolare da un punto vista completamente nuovo e irrituale. La “Carmen” del regista australiano si discosta completamente dalla tradizione e dall’immaginario che inevitabilmente il lavoro porta con sé, includendo musica composta da Georges Bizet per quest’opera ma normalmente non eseguita, e conferendo una voce e un ruolo nuovi alla protagonista, in scena in versione androgina, con una serie di costumi e travestimenti sorprendenti. Come ambientazione dell’opera Kosky decide di usare la metafora del teatro di rivista, creando uno show che combina testo, musica e danza in qualcosa che a volte si allontana dall’opera e si avvicina all’operetta se non addirittura al musical. Una nuova versione della Carmen, sicuramente anticonvenzionale, che farà discutere.

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