VICENZA – Nuovo strumento per la Terapia Intensiva Neonatale grazie alla Fondazione San Bortolo
Da oggi la Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale di Vicenza può contare su un sistema di monitoraggio rinnovato e potenziato, grazie ad una donazione della Fondazione San Bortolo, grazie al sostegno di donatori privati, del valore di oltre 100 mila euro.
Più in dettaglio, si tratta di 5 monitor multi parametrici e della centrale di monitoraggio per la TIN e 2 due monitor carrellati per la family room.
«Ringrazio la Fondazione San Bortolo per questa nuova importante dotazione – commenta la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica -, che conferma la grande generosità dei vicentini e il loro attaccamento al San Bortolo, un sostegno che conoscevo molto bene di fama e che fin da subito nel mio nuovo incarico ho avuto l’opportunità di constatare. La Terapia Intensiva Neonatale è un centro di riferimento provinciale per i piccoli nati gravemente prematuri o con patologie importanti, con molti pazienti che provengono anche da altre province, e sicuramente queste nuove dotazione ci consentiranno di innalzare ulteriormente gli standard già molto elevati della struttura».
La dott.ssa Stefania Vedovato, responsabile della Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale di Vicenza, spiega così i benefici apportati dalle nuove apparecchiature: «Con la donazione di due monitor carrellati per la family room, la Fondazione San Bortolo ci ha consentito di porre l’ultimo tassello per l’utilizzo di questo ambiente pensato sia per le cure palliative neonatali, sia come risorsa per riunire mamma e neonato dopo il difficile distacco sperimentato durante il ricovero in Terapia Intensiva Neonatale e prima del rientro a casa, spesso accompagnato da ansia e paura. Inoltre la generosa donazione di cinque monitor multi parametrici e della centrale di monitoraggio per la TIN consente di migliorare la qualità e la sicurezza dell’assistenza dei neonati, grazie ad una tecnologia all’avanguardia, il cui utilizzo non sarà più riservato solo ai neonati più gravi ma a tutti quelli ricoverati in reparto. Ringrazio dunque sentitamente Fondazione San Bortolo per la generosità e l’attenzione riservata ai nostri pazienti e per la costanza del rapporto di collaborazione che da tempo c’è con tutta la Pediatria».
Franco Scanagatta, presidente della Fondazione San Bortolo, ripercorre la genesi del progetto: «Nel mese di luglio 2023 la dott. Romina Cazzaro, allora Direttore Sanitario, caldeggiava accoratamente un nostro intervento per risolvere il problema del reparto della Terapia Intensiva Neonatale. I monitor delle culle del reparto erano 10, c’era bisogno di aggiungerne 5, ma soprattutto di centralizzare il controllo di tutti i 15 monitor in una consolle che non c’era. Il monitoraggio era affidato all’accesso fisico del personale su ogni culla. Completare l’allestimento della terapia neonatale con un deciso miglioramento della qualità assistenziale è stato per noi da subito un imperativo e abbiamo trovato prontamente realtà del territorio che hanno sposato questo grande impegno. Le ringrazio tutte sentitamente, perché da sola, la Fondazione San Bortolo non riuscirebbe a garantire questi interventi tempestivi, che vanno a beneficio di tutta la comunità».
Il costo della strumentazione di monitoraggio è stato sostenuto da Fondazione San Bortolo grazie ai contributi di importanti realtà del territorio: L’Inglesina Baby, Zamperla Amusement Group Spa, Banca Generali, ai quali si sono aggiunti Maglificio Miles SpA, Eurocasting, Fitt SpA e altre sensibili realtà.
La Terapia Intensiva Neonatale del San Bortolo assiste ogni anno oltre 300 pazienti, tra i quali circa 60 neonati pre-termine di peso alla nascita inferiore a 1,5 kg. A questi si aggiungono ogni anno ulteriori 250 ricoveri di bambini nati a termine affetti da patologia respiratoria, infettiva, addominale, cerebrale o malformativa che richiede un intervento chirurgico.
Il tutto con una dotazione di 8 posti letto di Terapia Intensiva Neonatale e 12 posti letto di Neonatologia, oltre a una stanza di isolamento e alla family room.
Lo staff è composto da 14 medici, 5 specializzandi della scuola di pediatria dell’Università di Padova, 30 infermieri, 5 Oss, 1 ostetrica e 1 psicologa.
Oltre all’assistenza ai pazienti ricoverati, fondamentale è anche l’attività ambulatoriale di follow up neonatologico, di cardiologia, genetica e nefrologia, così come la collaborazione con la Medicina Prenatale per il counselling con le coppie di genitori in caso di rischio di prematurità o per patologie malformative.
Di assoluto rilievo è inoltre l’impegno della Banca del Latte Umano Donato, che consente ogni anno l’alimentazione di circa un centinaio di neonati pre-termine e a termine con latte materno, grazie alla generosa disponibilità di oltre 200 mamme donatrici che dal 2015 hanno sostenuto e reso possibile questo progetto.