19 Febbraio 2018 - 18.05

VICENZA – Il patrimonio delle Feste Rock

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Feste Rock 2017 a Vicenza, il bilancio sociale. Possamai: “Uno straordinario patrimonio da preservare”

Cinque festival, 22 giorni di musica e non solo, 57 mila visitatori, centinaia di giovani volontari, una ricaduta economica sul territorio di oltre 250 mila euro

Riviera Folk Festival, From disco to disco Weekender, Lumen Festival, Jamrock Festival e Ferrock. Sono le cinque feste rock organizzate a Vicenza l’anno scorso, di cui oggi è stato presentato il bilancio sociale in sala Stucchi a Palazzo Trissino dal consigliere comunale delegato alle politiche giovanili, Giacomo Possamai, assieme al Coordinamento feste rock Vicenza. In particolare erano presenti Marco Furegon e Marco Bari del Jamrock Festival, Matteo Graser del Lumen, Carlo Bari del From disco to disco Weekender, Nicola Tonello e Nicola Donadello per il Riviera Folk, e Alessandro Padrin per il Ferrock.

“Spesso non ci rendiamo conto della cose straordinarie che ha Vicenza – ha dichiarato in apertura Possamai -: vale per i monumenti, ma ma vale anche per eventi come le feste rock. Ogni estate vengono organizzati festival nei quartieri con centinaia di ragazzi coinvolti in forma del tutto volontaria. L’idea di questo bilancio sociale è dunque proprio quella di dimostrare ai vicentini la ricaduta di queste feste sul territorio, non solo dal punto di vista della buona musica che viene proposta e del mangiare qualcosa assieme, ma anche dal punto di vista economico, sociale e culturale. E dai numeri che ne escono, è evidente che abbiamo per le mani un patrimonio straordinario, che abbiamo il dovere di preservare”.

“Alcune feste rock hanno vent’anni, altre non ci sono più o sono in pausa riflessiva – ha spiegato Marco Furegon -, ma siamo comunque andati sempre avanti, senza fermarci davanti a piogge torrenziali piuttosto che a incidenti logistici capitati negli anni. Vorremmo anzi ci venisse riconosciuto in maniera trasversale lo sforzo che facciamo: le feste rock, infatti, non vanno ricondotte solo alle politiche giovanili, perchè alle serate vediamo anche famiglie e anziani. C’è chi viene per la musica, ma chi anche per l’arte, chi per la cucina, perchè magari nel resto dell’anno nel quartiere non c’è altro. Quindi le feste rock vogliono dire anche partecipazione, sociale, economia. Senza contare che non facciamo nulla a scopo di lucro. Non sempre infatti la scelta migliore è appaltare ad un privato l’organizzazione di un evento, perchè il privato ha un interesse prettamente economico, e se l’evento va male, l’anno dopo non lo fa più o lo porta altrove, lasciando all’asciutto il quartiere. Organizzare questi eventi – ha aggiunto Furegon – richiede impegno costante, sacrifici e tanto tempo, ma lo facciamo per il piacere di stare assieme e offrire qualcosa di piacevole al proprio quartiere e alla propria città. Spesso si fanno lavori in cui ci si deve letteralmente sporcare le mani. I festival infatti sorgono in aree adibite ad altro, spesso parcheggi o aree abbandonate. Per cui vanno allestite ad hoc e poi disallestite, lasciando tutto pulito. Anzi, l’anno scorso le feste hanno aumentato la percentuale di raccolta differenziata, per cui la spesa sostenuta dal Comune, sotto forma di contributo, è diminuita del 47%”.

Il Coordinamento Feste Rock, composto attualmente da circa 50 persone che lavorano tutto l’anno per offrire in estate un calendario ricco di appuntamenti di qualità, tra musica, cultura e gastronomia, è nato a metà anni ’90 per condividere e organizzare al meglio date, fornitori e competenze dei vari festival, ma anche per sostenersi a vicenda e infine per relazionarsi con l’amministrazione comunale con un’unica voce.

Accanto agli storici appuntamenti con il Ferrock ai Ferrovieri (parco Retrone), che l’anno scorso ha tagliato il traguardo delle 20 edizioni, e il Riviera Folk Festival (Riviera Berica), anche questo organizzato ininterrottamente ogni anno dal 2000 per un totale di 18 edizioni, nel 2017 hanno animato le notti vicentine anche manifestazioni più recenti, come il Lumen e il Jamrock, entrambi alla quinta edizione, nonché il Weekender organizzato dal 2016.

In tutto sono stati oltre 57 mila i visitatori dei 22 giorni di concerti, rassegne, spettacoli, performance, che hanno animato l’estate 2017 dall’1 giugno al 23 luglio, grazie all’impegno di centinaia di giovani volontari (27 anni l’età media, dai 16 ai 46 anni), 432 per la precisione (85 in media per ciascuna festa), che hanno lavorato ognuno per una media di 37 ore.

“E nel 2018 saremo in crescita – ha anticipato Furegon -, perchè avremo sei festival, anziché cinque, grazie al rientro dello SpioRock: tra il 7 giugno e il 22 luglio, riusciremo quindi a offrire eventi per 26 giorni su 46. Buone notizie, pertanto, dal momento che le feste rock sono anche lavoro e occupazione, attraverso il pagamento di forniture, noleggi, cibo e bevande: 265 mila euro complessivi nel 2017, rimasti per oltre il 90% in città e provincia”.

A coordinare i lavori 54 persone, una decina per festival, che hanno dedicato mediamente 100 ore all’organizzazione di ciascuna manifestazione, per un totale di oltre 5 mila ore necessarie a organizzare le cinque feste.

In mezzo altre 4.323 ore dedicate all’allestimento, tra montaggio e smontaggio (su una superficie complessiva di 42 mila metri quadrati), che, sommate alle altre, danno oltre 25.600 ore lavorate da volontari per tutte e cinque le feste rock, pari a 153.600 euro complessivi di costo del lavoro, ipotizzando un costo orario netto di 6 euro all’ora.

Riviera Folk

via Orlando, Riviera Berica, 1-4 giugno 2017

dal 2000, 18 edizioni

From disco to disco Weekender

viale Mazzini, 9-11 giugno 2017

dal 2016, due edizioni

Lumen Festival

Giardino Salvi, centro storico, 21-25 giugno 2017

dal 2013, cinque edizioni

Jamrock

Park Farini, zona Fornaci, 20-23 luglio 2017

dal 2013, cinque edizioni

Ferrock

Parco Retrone, Ferrovieri, 12-16 luglio 2017

dal 1998, 20 edizioni

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