Violenta una ragazzina di 11 anni, ultimo episodio di una lunga serie, ma la giustizia non lo riteneva pericoloso

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A ricostruire il curriculum di Massimiliano Mulas, uomo di 45 anni, arrestato a Venezia con l’accusa di aver violentato una bambina di 11 anni nell’androne di un condominio di Mestre (VE), è il Corriere del Veneto. L’episodio, avvenuto recentemente, si inserisce in una inquietante scia di violenze a sfondo sessuale che vede Mulas protagonista da oltre vent’anni, come emerge dalle carte giudiziarie.
Il primo episodio risale all’11 giugno 2002 a Pieve di Cavalese (TN), quando Mulas, all’epoca cameriere in prova, tentò di violentare una turista 33enne di Mantova dietro un chiosco. Arrestato dai carabinieri, fu condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione, scontati nel carcere di Padova.
Il 14 settembre 2006, a Verona, Mulas sorprese sotto casa una studentessa 21enne. La portò nel suo appartamento e tentò di violentarla. La ragazza reagì e lottò, riuscendo a farlo desistere. Mulas, nella fuga, perse un orecchino sul luogo dell’aggressione, elemento che portò a un nuovo arresto. Le indagini rivelarono che, appena due settimane dopo essere uscito dal carcere per la precedente condanna, aveva commesso questo nuovo crimine.
Successivamente, il 3 ottobre, Mulas fu nuovamente arrestato per un’altra violenza sessuale, questa volta tentata ai danni di una studentessa americana aggredita sotto casa a Perugia e salvata dall’intervento dei condomini. Per questo episodio, all’età di 27 anni, ricevette una condanna a 8 anni e 3 mesi di reclusione.
Sei anni fa, sempre a Perugia, Mulas affrontò un altro procedimento per violenza su una quattordicenne, accusa che, secondo il suo attuale legale, l’avvocato Ballai, cadde.
Nonostante le precedenti condanne per gravi reati di violenza sessuale, la giustizia non aveva evidentemente ritenuto Mulas un soggetto tale da dover essere sottoposto a misure di sicurezza successive alla detenzione che avrebbero potuto impedirgli di commettere ulteriori crimini. L’avvocato Ballai, legale di Mulas da sei anni, sottolinea come ogni volta il suo assistito sia stato individuato, arrestato, processato e condannato, ma una volta scontata la pena, sia tornato a colpire indisturbato, fino al recente stupro della bambina di 11 anni a Mestre. Questo solleva gravi interrogativi sull’efficacia delle misure adottate in passato per prevenire la reiterazione di tali crimini.