4 Agosto 2018 - 6.24

VIRUS WEST NILE – 52 casi fra Emilia e Veneto

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Un quadro quasi completo sulla diffusione del virus West Nile lo offre EpiCentro (del Ministero della Salute).




“Nel 2018 la trasmissione del virus West Nile in Italia e nel Sud-Est Europa è iniziata prima rispetto agli anni precedenti” scrivono. “Il 16 giugno si è verificato il primo caso umano di infezione confermata nel nostro Paese e, al 1 agosto 2018, sono stati segnalati 52 casi confermati di infezione. In particolare sono stati segnalati 16 casi con manifestazioni di tipo neuro invasivo di cui 2 decessi, 22 casi di febbre e 14 casi in donatori di sangue asintomatici. È quanto emerge dalle attività della sorveglianza integrata del West Nile e Usutu virus e dai dati pubblicati nel bollettino periodico. Per approfondire i dati, e rimanere aggiornato, consulta la pagina dedicata al bollettino periodico e leggi l’approfondimento a cura di Flavia Riccardo e Antonino Bella (Iss)”.

Consigli e informazioni




L’INCUBAZIONE




Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I SINTOMI

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale. La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.

IL VACCINO E I CONSIGLI (continua…)





Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Non esiste nemmeno una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

I CONSIGLI

Tra i consigli utili svuotare giornalmente qualsiasi contenitore di uso comune con presenza di acqua e, ove possibile, capovolgerli, coprire ermeticamente (anche attraverso reti a maglie strette) i contenitori d’acqua inamovibili (bidoni, cisterne). Per evitare la puntura di zanzara negli ambienti in cui non sia disponibile la climatizzazione è fortemente consigliata l’applicazione a porte e finestre di zanzariere a maglie strette, oltre all’utilizzo di dispositivi elettro emanatori insetticidi liquidi o a piastrine. All’aperto, per la protezione individuale dalle punture di zanzare è consigliabile indossare indumenti di colore chiaro, il più possibile coprenti (maniche lunghe e pantaloni lunghi). Un sufficiente livello di protezione è inoltre assicurato dall’utilizzo di repellenti da applicare direttamente sulla pelle, ripetendo il trattamento con frequenza.

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