Virus West Nile: già dieci casi in Veneto (informazioni e consigli)
Sono in tutto 10 i casi di febbre West Nile registrati dall’inizio dell’estate in Veneto, un dato definito “non allarmante” dalle autorità sanitarie regionali, che dal 2007 hanno attivato specifici protocolli nelle aziende sanitarie e ospedaliere (continua…)
Secondo quanto riferito all’ANSA, dei dieci casi solo uno viene classificato come “grave”, ossia presenta un quadro clinico che potrebbe evolvere in encefalite. La malattia, provocata dal virus veicolato da alcune zanzare, nell’80% dei casi non presenta sintomi, nel 20% causa febbre simile a una leggera influenza e nello 0,1% può evolvere in forma più grave.
La Regione Veneto ha avviato il monitoraggio nei periodi più caldi e umidi, quando più probabile è la diffusione della West Nile. (ANSA).
IL PRIMO CASO
Il virus West Nile, comparso in Veneto nel 2008, è trasmesso all’uomo dalle zanzare del genere Culex infette che pungono prevalentemente nelle ore crepuscolari e notturne. Dopo la scoperta del primo caso, la Direzione Prevenzione dell’Area Sanità e Sociale della Regione del Veneto ha diramato una serie di informazioni rispetto al ripresentarsi del virus, trasmesso dalla zanzara comune del genere Culex presente nel nostro territorio. “Il contagio umano nella forma neuro-invasiva – ha dichiarato in una nota l’Assessore alla Sanità Luca Coletto– non è fortunatamente frequente ma, quando si presenta, il sistema sanitario, già allertato, è in grado di riconoscere prontamente la malattia ed erogare cure efficaci, quando un paziente si presenta con determinati sintomi di interessamento neurologico”.
GLI ULTIMI SVILUPPI (continua…)
Nei giorni scorsi erano state catturate, in alcune trappole posizionate a Jesolo, Ceggia, Caorle e Motta di Livenza (nell’ambito territoriale dell’Ulss 4), tre pool di zanzare del tipo “Culex pipiens” risultate positive al West Nile Virus. Ad accertare la presenza del virus negli insetti era stato l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Va ricordato che questo virus può essere molto pericoloso se infetta persone anziane fragili o con altre malattie, nelle quali può causare gravi forme di meningoencefalite, mentre nelle persone sane e nella maggior parte dei casi da luogo ad un quadro clinico simile all’influenza dopo circa 2 settimane dalla puntura della zanzara infetta.
L’INCUBAZIONE
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
I SINTOMI
I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale. La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.
IL VACCINO E I CONSIGLI (continua…)
Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Non esiste nemmeno una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.
I CONSIGLI
Tra i consigli utili svuotare giornalmente qualsiasi contenitore di uso comune con presenza di acqua e, ove possibile, capovolgerli, coprire ermeticamente (anche attraverso reti a maglie strette) i contenitori d’acqua inamovibili (bidoni, cisterne). Per evitare la puntura di zanzara negli ambienti in cui non sia disponibile la climatizzazione è fortemente consigliata l’applicazione a porte e finestre di zanzariere a maglie strette, oltre all’utilizzo di dispositivi elettro emanatori insetticidi liquidi o a piastrine. All’aperto, per la protezione individuale dalle punture di zanzare è consigliabile indossare indumenti di colore chiaro, il più possibile coprenti (maniche lunghe e pantaloni lunghi). Un sufficiente livello di protezione è inoltre assicurato dall’utilizzo di repellenti da applicare direttamente sulla pelle, ripetendo il trattamento con frequenza.