Vittima di attacco con un machete: al San Bortolo intervento di 8 ore
È durato 8 ore, dalle 12 alle 20 di ieri, l’intervento con cui l’équipe di Chirurgia Plastica dell’ospedale San Bortolo ha curato le numerose e gravissime lesioni riportate dall’uomo che era stato ripetutamente colpito con un machete.
Giunto in Pronto Soccorso ad Arzignano nella prima mattinata, il paziente è stato subito trasportato presso la Rianimazione di Vicenza dove è stato stabilizzato e sottoposto ad un intervento d’emergenza di chirurgia vascolare per la grave emorragia. Nel frattempo veniva allestita una sala operatoria d’emergenza, dove fino a sera si sono alternati 5 chirurghi plastici e 1 chirurgo ortopedico, oltre al medico anestesista e una dozzina di infermieri.
«Ancora una volta – sottolinea la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica – il San Bortolo ha dimostrato di avere al proprio interno le capacità professionali e organizzative per gestire in urgenza situazioni di grande complessità sul piano clinico. È stato un lavoro di squadra che ha coinvolto il personale del Suem 118 e del Pronto Soccorso in primis e quindi di Chirurgia Plastica, Anestesia, Rianimazione, Chirurgia Vascolare e Ortopedia».
Il paziente aveva infatti riportato una serie di ferite ampie e profonde al volto e al cuoio capelluto, alcune delle quali arrivavano fino all’osso, e agli arti superiori, sia alle mani sia alle braccia e agli avanbracci. Dopo avere medicato e ricomposto le lesioni alla testa, l’équipe chirurgica è passata agli arti: quello destro in particolare presentava lesioni a tutti gli 8 tendini della mano, che sono stati suturati, mentre tramite la tecnica della sutura al microscopio – nella quale viene impiegato un filo più sottile di un capello – è stata suturata l’arteria ulnare, che risultava anch’essa parzialmente recisa, ripristinando così la circolazione del sangue nella mano e scongiurando così il rischio di interventi di rivascolarizzazione più complessi o la perdita dell’arto; tramite suture al microscopio sono state trattate anche le lesioni ai nervi mediano e ulnare, dai quali dipende la sensibilità e il movimento delle dita. Mentre un team svolgeva queste procedure sul braccio destro, un’altra squadra lavorata sul sinistro, dove pure sono stati suturati 4 tendini e 2 nervi, e il chirurgo ortopedico ha trattato alcune fratture alla mano.
«La complessità dell’intervento era data dalla numerosità delle lesioni presenti – spiega il dott. Leonardo Sartore, Direttore dell’U.O.C. Chirurgia Plastica dell’ospedale di Vicenza – ma l’assistenza al paziente è stata tempestiva e coordinata. Questa mattina il paziente è stato estubato, respira spontaneamente, anche se la prognosi futura è molto complessa e lunga, perché comunque la guarigione dei tendini e soprattutto dei nervi richiede molte settimane e molta fisioterapia ed è probabile la necessità di dover effettuare ulteriori interventi per aderenze cicatriziali».