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Umberto Baldo
Non so se sia perché ormai siamo immersi in una società che si alimenta di notizie e di social, e può anche essere che magari nei tempi passati le cose nella realtà non fossero poi tanto diverse.
Però, cosa volete, sarò un inguaribile romantico, ma quando ero giovane (e non erano certo i tempi di Tutankamon) i rapporti con l’altro sesso erano tranquilli (oserei dire finanche rispettosi), e mai mi sarei permesso di imporre ad una ragazza qualche pratica sessuale, anche le più innocenti, contro la sua volontà.
Evidentemente le cose sono cambiate, e le accuse di stupro o violenza sessuale sono sempre più presenti nelle cronache quotidiane.
In certi ambienti, ed oggi parlo del mondo del calcio, in particolare quello spagnolo, poi la frequenza degli episodi sembra eccessiva.
Il tema, dopo l’ultimo caso che ha coinvolto Rafa Mir, attaccante del Valencia, accusato e arrestato per violenza sessuale, è di grande attualità in Spagna.
Ma è solo l’ultimo in ordine di tempo, perché sono diversi i calciatori che hanno passato guai per questo tipo di accuse.
Dani Alves il più famoso di questi: condannato a quattro anni e mezzo di reclusione in primo grado.
Nel 2009 creò grande choc l’accusa a Cristiano Ronaldo dalla modella Kathryn Mayorga: nel 2019 il caso di stupro però fu archiviato, e qualche anno dopo finì con un nulla di fatto anche il processo civile.
Robinho per lo stesso motivo si è beccato 9 anni, mentre Benjamin Mendy del Manchester City, dopo essere stato allontanato dalla sua squadra, è stato assolto da tutte le accuse.
Nello scorso aprile in Premier League due 19enni dello stesso club sono stati arrestati, ma i nomi non sono mai stati resi noti.
In Italia Manolo Portanova è stato condannato in primo grado a 6 anni per stupro di gruppo. Stessa accusa, con condanna da parte del giudice per l’udienza preliminare a 3 anni e 7 mesi, per Mattia Lucarelli e Federico Apolloni, ex calciatori del Livorno. Proprio in questi giorni, infine, l’attaccante della Fiorentina Albert Gudmundsson (ancora mai convocato da Palladino) è stato in Islanda per rispondere ad accuse di “cattiva condotta sessuale”: la procura aveva chiesto l’archiviazione, ma dopo il ricorso della vittima il caso si è riaperto, e nei prossimi mesi dovrebbe arrivare la sentenza.
Ritornando in Spagna, da quando il Ministero dell’Uguaglianza, sotto la guida di Irene Montero, ha deciso di promuovere la Legge “Solo sì es sì” (Solo sì significa sì) il problema del consenso della donna è diventato oggetto di un ampio ed approfondito dibattito, con connotazioni anche giuridiche.
In questo clima, di recente Miguel Ángel Galán, presidente del CENAFE (Centro Nacional de Formación de Entrenadores de futbol), ha pubblicato sul suo account X un contratto standard di consenso sessuale che i calciatori professionisti e non professionisti dovrebbero far firmare alle partner per evitare di affrontare denunce di violenza sessuale (il contratto glielo avrebbe fatto avere sotterraneamente un calciatore non di nazionalità spagnola).
Il “contratto di consenso sessuale” (in spagnolo Contrato de Consientimento), che sembrerebbe già utilizzato da alcuni calciatori professionisti prima di avere rapporti sessuali, è un documento di consenso esplicito destinato a tutelare entrambe le parti da possibili malintesi o successive accuse.
Individua le parti coinvolte, e concorda con precisione quali attività sessuali sono disposte a compiere, stabilendo un tempo e un luogo specifici per tale consenso.
Inoltre vengono specificati i metodi di protezione e contraccezione da utilizzare.
Il documento affronta anche eventuali modifiche alle attività consensuali attraverso la clausola “Ratchet”, che permette modifiche purché entrambe le parti siano d’accordo verbalmente o per iscritto, garantendo così che eventuali “variazioni nel rapporto” siano consensuali.
Parimenti, si chiarisce che l’incapacità di osservare gli atti concordati non costituisce violazione del contratto né dà luogo ad azioni legali.
Guardate, io ho avuto modo di leggere il contratto (di tre pagine eh!) sui media spagnoli e, per farvi capire meglio, si tratta di una specie di questionario da compilare e sottoscrivere, che non si limita solo a registrare il consenso della persona coinvolta, ma va ben oltre, elencando dettagliatamente le pratiche sessuali accettate: quali parti del corpo si possono toccare, i tipi di penetrazione e baci consentiti e, ad esempio, se è previsto o meno il cosiddetto dirty talk.
Perché vi possiate fare un’idea precisa del livello di dettaglio delle pratiche sessuali per cui si chiede il consenso, vi rimando a questo link: (https://www.ondacero.es/noticias/sociedad/asi-contrato-que-utilizan-varios-futbolistas-consentimiento-sexual_2024091166e1b64ffcf7b3000156d680.html).
Ma l’aspetto più controverso, che sta scandalizzando la Spagna, sollevando un proprio e vero polverone, sta in una clausola che menziona il cosiddetto “stupro accidentale”, una dicitura aberrante che allude alla possibilità che un uomo, durante il rapporto, “muovendosi, potrebbe senza intenzione penetrare l’orifizio femminile”.
E prevede che ciò venga considerato come “un incidente” e, come tale, coperto da una sorta di “consenso retroattivo”.
Come accennato, questa clausola in particolare ha scatenato forte indignazione perché normalizza implicitamente il rapporto non consensuale, e dà una visione distorta del consenso, che non può essere trattato come un contratto statico, ma al contrario, è un dialogo continuo, che deve essere rinnovato e rispettato durante l’intero corso del rapporto intimo.
Oltre a tutto “stupro accidentale” è già a prima vista un “pericoloso ossimoro”,che ovviamente ha messo in allarme gli esperti di violenza sessuale, i quali ritengono che questa clausola possa finire per “delegittimare, banalizzare e relativizzare la gravità delle violenze sessuali, nonché offuscare il fatto che esistano criteri di delimitazione oltre ai quali si parla di stupro”.
Senza addentrarmi troppo in ragionamenti da Azzeccagarbugli, mi sembra sia evidente che in ogni caso “il consenso deve sempre essere revocabile”, per cui se una donna alle 17 del pomeriggio acconsente ad una serie di pratiche sessuali, anche firmando un “contrato de consentimento”, ciò non significa che alle 21, nel corso di un’eventuale interazione, non possa modificare i suoi criteri e la sua volontà.
Pertanto condivido in pieno le posizioni dei giuristi spagnoli, che ho trovato espresse su tutti i giornali e media iberici, secondo cui un presunto contratto “preventivo” non solo è assurdo, ma non potrebbe mai generare un effetto di copertura giuridica.
Per concludere devo dirvi che ho provato ad immedesimarmi in una coppia che prima di finire a letto decida di sedersi ad un tavolino e concordare nei dettagli, di fatto, tutto quello che si vuole fare, per poi compilare, mi ripeto, ben tre fogli, scritti in inglese, crocettando clausole tipo “oral sex (receveing)” “oral sex (giving)”.
Cosa volete, sarò anche “antico” ma, a parte lo squallore, io avrei l’impressione di trovarmi di fronte ad un rapporto che assomiglia tanto alla prostituzione.
Nulla a che fare con la magia dell’amore fatto con una donna che si ama.
Umberto Baldo