3 Settembre 2018 - 14.27

WEST NILE – La febbre del Nilo fa la nona vittima in Veneto…e spunta un nuovo virus, l’Usutu

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Torna ad essere decisamente forte l’allarme per il Virus West Nile in Italia con un nuovo ceppo ancora più forte che fa decisamente paura. Come racconta La Voce di Rovigo il tutto è nato quando è venuto a mancare un uomo di 83 anni che era stato in vacanza in Polesine. Dal suo Virus ci si è resi conto che esiste anche un altro ceppo della famosa Febbre del Nilo. Il Comune ha disposto una nuova disinfestazione con l’intervento che però potrebbe essere condizionato dal maltempo. La pioggia, prevista nelle prossime ore, potrebbe infatti obbligare ad effettuare le operazioni con ventiquattro ore di ritardo. L’attenzione comunque è massima, perché durante questa estate sono stati fin troppi i casi di West Nile e anche purtroppo i decessi che ne hanno fatto seguito. Il comune di Padova, invece, stamattina ha comunicato la notizia di un primo decesso in città dovuto all’infezione da virus West Nile. Si tratta di una persona di 91 anni, già sofferente per alcune patologie non legate al virus. In queste ore l’Amministrazione si sta muovendo per informare la popolazione, anche attraverso annunci acustici in zona, degli interventi e sulle precauzioni da prendere. “Stiamo lavorando da giorni sulle misure per contenere la diffusione del virus – sottolinea l’assessora all’Ambiente, Chiara Gallani – Abbiamo chiesto un tavolo di coordinamento tra enti convocato dall’Ulss 6 Euganea per mettere a punto una strategia comune. Abbiamo previsto misure che si possano affiancare a quelle ordinarie e straordinarie che continuiamo a fare (stiamo iniziando in questi giorni il sesto ciclo come pubblicato su Padovanet). In accordo con il Sindaco abbiamo a disposizione delle risorse aggiuntive per queste iniziative che saranno pienamente effettive già nei prossimi giorni”.

In merito il ministero della Salute ha emanato una nuova circolare per richiamare l’applicazione di tutte le misure di prevenzione, sorveglianza e controllo dell’infezione da virus West Nile:

“Quest’anno si è assistito ad un inizio precoce della circolazione virale, con il primo pool di zanzare Culex risultato positivo per virus West Nile il 7 giugno ed il primo caso umano con inizio della sintomatologia 9 giorni dopo, nella stessa provincia. Rispetto agli anni precedenti, anche il numero di casi sinora notificato risulta aumentato. Si richiama pertanto l’applicazione di tutte le misure di prevenzione, sorveglianza e controllo previste dal Piano”.

L’allarme per il Virus West Nile non si è scattato solo in Italia ma anche in tutta Europa. Basti pensare che tra il 24 e il 30 agosto sono state ben 300 le segnalazioni e addirittura abbiamo assistito a 25 morti. L’Ecdc (Centro Europeo di Controllo delle Malattie) spinge il suo mirino però proprio verso l’Italia che viene considerato il paese in grado di far impennare queste cifre. Basti pensare che dei 300 casi già citati ben 144 vengono dal nostro paese, mentre 61 provengono dalla Romania e 41 dalla Grecia. Inoltre dei 25 morti ben 7 vengono dall’Italia, 6 da Serbia e Romania, 5 in Grecia e 1 in Francia. Da quando si è iniziato a raccogliere i dati sulla Febbre del Nilo si parla di ben 710 casi di cui quasi la meta, ben 327, nel nostro paese. Il problema grave è che il West Nile sta invadendo anche dei paesi che fino ad oggi non erano mai stati presi di mira da questo fenomeno, in un futuro che sotto questo punto di vista si fa sempre più nebuloso.

SPUNTA UN NUOVO VIRUS: L’USUTU

La Febbre del Nilo sta spaventando milioni di italiani, ma c’è anche un altro pericolo da non sottovalutare: parliamo dell’Usufu, che ha già colpito una persona in Veneto. Come riporta Repubblica, la direttrice dell’Istituto zooprofilattico sperimentale Maria Caramelli ha analizzato: “E’ dal 2011 che riscontriamo la presenza di virus Usutu nelle zanzare tra Piemonte e Liguria ma finora mai così intenso”. L’esperta ha evidenziato che “l’andamento usuale dell’epidemia suggerisce che potrebbe esserci un picco di contagi per poi scendere a picco per le temperature, per ora temiamo che il peggio non sia ancora passato”. Tre in totale i casi segnalati, con il bollettino periodico dell’Iss che rivela l’esistenza di 266 pool di zanzare risultate positive e catture tra Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Sardegna.

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Virus West Nile: cosa è – I sintomi e la cura

Il virus West Nile viene trasmesso all’uomo e agli animali, attraverso la puntura di zanzare infette del genere Culex. Non si trasmette da persona a persona. Nei serbatoi di infezione, che sono uccelli migratori e animali domestici, il virus può persistere da alcuni giorni a qualche mese. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. I focolai di infezione possono essere di vario tipo: acquitrini, canalizzazioni a cielo aperto, bacini perenni e per l’approvvigionamento idrico degli orti urbani, risaie, cisterne, depuratori, vasche e fontane ornamentali soprattutto laddove le acque sono ferme e contengono detriti vegetali (che forniscono nutrimento e riparo alle forme larvali), tombini e pozzetti stradali che raccolgono le acque di superficie, grondaie con pendenze non corrette, cantine allagate, ed anche piccole raccolte di acqua temporanee, come ad esempio in barattoli vuoti, sottovasi e contenitori senza coperchio.

Queste le misure da mettere in atto per ridurre il rischio di diffusione:

  • azioni di controllo dei vettori secondo quanto riportato nell’allegato 4 del Piano
  • azioni di informazione della popolazione, per prevenire le punture di zanzare
  • corretta gestione del territorio con azioni di risanamento ambientale, per eliminare i siti in cui le zanzare si riproducono e ridurne la densità, sia in aree pubbliche che private.

Relativamente all’ultimo punto, scrive sempre il Ministero, si ricorda che le zanzare Culex vivono sia in ambiente rurale che in ambiente urbano, hanno abitudini spiccatamente crepuscolari, mentre soggiornano nelle ore diurne in zone riparate e fresche, rifuggendo l’insolazione diretta. In estate si possono avere numerose generazioni di Culex, in quanto il ciclo biologico si completa più velocemente, in meno di due settimane.

Virus West Nile – Incubazione e sintomi

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

Virus West Nile – Diagnosi

La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.

Virus West Nile – Terapia e trattamento

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

 

 

 

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