Whatever it takes per Vicenza
Se il sindaco di Vicenza firma il sostegno a Mario Draghi la sua maggioranza scricchiola?
O siamo, ancora una volta, di fronte alla dimostrazione di una tesi che stiamo riportando su queste pagine da almeno due anni? Rucco più avanti della sua maggioranza?
Per spiegarci meglio esiste una narrazione, soprattutto in capo ad alcuni consiglieri di minoranza ed al cenacolo di cui fanno parte, che ama crogiolarsi nella convinzione che Francesco Rucco sia – cito testualmente – “al guinzaglio dei partiti”. Sarebbe facile e perfino stucchevole, spiegare quanto questa sia un’illusione ottica prodotta da chi confonde la realtà con i desideri, facendo prevalere questi ultimi, è la politica degli adolescenti di cui ha fornito ampia descrizione pochi giorni fa su Repubblica il più glamour degli psicanalisti, Massimo Recalcati. Lui parlava in particolare del Movimento 5 Stelle e del pessimo spettacolo che sta dando al Paese in questi giorni, ma l’immagine è efficace e può essere riproposta anche dalle parti di Palazzo Trissino. C’è il Rucco dei desideri, immaginato a sinistra, e quello della realtà.
Insomma Rucco è o non è sotto scacco dei partiti? La firma a sostegno di Draghi dimostra il contrario, e qualcuno dovrebbe prenderne atto. I sindaci di FdI e della Lega se ne stanno zitti e buoni, anche se a microfoni spenti molti di loro la pensano come Rucco, mentre il centrosinistra assiste ammutolito allo strappo del Primo Cittadino di Vicenza, che se ne infischia dei tatticismi preelettorali e va a sostenere Draghi perchè l’Italia – e anche Vicenza – hanno bisogno di stabilità per completare il percorso del PNRR ed affrontare la crisi annunciata del prossimo autunno, soprattutto quella dell’energia.
Un whatever it takes in salsa berica che trova tanto il plauso della gente comune, preoccupata di far quadrare i conti ed indignata per l’irresponsabilità della classe politica romana, quanto il silenzio delle forze politiche contrapposte al Sindaco, preoccupate solo di parlare ai loro elettori e non alla città, ma anche quello ancora più imbarazzante di sindacati e categorie economiche.
Come dobbiamo leggere il silenzio di Confindustria sulla firma di Rucco? Ci sarebbe stato lo stesso silenzio se Rucco avesse fatto, ad esempio, una scelta analoga a quella di Mario Conte? Lo scopriremo solo vivendo, per il momento registriamo che il whatever it takes di Rucco è la rappresentazione di chi ha responsabilità nei comuni per assicurare la grande opportunità che l’Europa ci offre, che c’è chi lo dichiara e che c’è chi lo pensa, in un mondo più maturo e meno adolescente pioverebbero le adesioni, ma la tempesta ormonale dei Peter Pan che dovrebbero parlare quando c’è da stare zitti e fanno po il contrario in occasioni come questa, non ha alibi.
Era un’occasione per parlare, non per tacere.